Ho avuto un litigio molto forte con mia figlia piccola. Stava urlando, sbattendo le porte e comportandosi in modo diciamo "molto poco zen". So che quando i piccoli perdano il controllo è importante essere presenti e "contenerli" per farli sentire "safe" e accolti.
Lei si è seduta sul letto e mi diceva di andarmene via. Una volta. Poi due e poi tante altre. Sempre più forte. Io ho spiegato che non avevo intenzione di lasciarla mentre era così in difficoltà e che sarei rimasta ad aspettare insieme a lei finché si fosse calmata. Sorpresa! Questo è andato solo a peggiorare la situazione, aumentare le sue urlate e i miei livelli di adrenalina. Ad un certo punto dopo circa un secolo mi sono sdraiata sul altro letto e ho girato le spalle verso di lei e poi, fuori da nulla comminciano a versare le lacrime - ma questa volta le mie. Maledizione.
Mi sono detta:
"ma cos'è meglio in questi casi? Che vado via lasciandola da sola in un momento di crisi/bisogno, o che lei veda che io, il suo punto di riferimento, perdo il controllo facendola sentire in colpa o insicura?"
Ho deciso di tirami su e di andarmene dicendo "OK, vado e torno fra poco"
Esco dalla stanza e parlo al telefono con la persona che ha la colpa in tutto questo. Il papà (bhè se non fosse stato per lui). Metto giù, respiro, mi calmo e poi torno e le chiedo se vuole uscire dalla stanza. Miracolo! Dice di sì e in pochi minuti sta giocando come se non fosse successo nulla (sigh - mentre io avevo bisogno di un panino con valium Super Size).
Raccontando questo episodio a una mia amica, lei dice
"bhè era una situazione di "pronto soccorso"- mi sembra giusto che sia andata così - Prima dovevi usare TU la maschera di ossigeno, e poi passarla alla bimba." Wow! Questo mi sembra giustissimo e "post trauma" anche ovvio. Come posso pretendere di aiutare lei se io stesso sto malissimo?! Prima devo badare a me stesso.
Mi sembra un ottimo consiglio e non solo per me con mia figlia.
Ps. Lo so- come mamma mi faccio troppo menate mentali. Dovè la mente yoghica quando serve?! bhè certo con i propri figli è una "pratica" continua.