Thursday, June 11, 2009

MEDITAZIONE 13 -A cura di Lia Camporesi

Ancora sul silenzio come condizione essenziale per entrare dentro di noi e per ritrovarci: il silenzio, il respiro consapevole ed il giusto atteggiamento mentale di apertura sono i presupposti per prepararsi alla meditazione. La prima forma del silenzio è l'immobilità fisica, dei pensieri e la non volontà di emozioni. Bisogna ascoltare il silenzio, anche se niente ci parla o risponde, anche se tutto sembrera in sè inerte e stupido perchè il silenzio è sempre fecondo, ma il suo frutto si rivela spesso al di fuori del tempo di meditazione, nei momenti più inattesi. Isha Schwallwer De Lubicz dice: "Il silenzio è il vuoto che attira lo spirito. Ma la coscienza risvegliata in questi momenti può restare oscura per qualche tempo: la Conoscenza che ne risulta in fondo al Cuore aspetta la sua ora per risalire in superficie e durante questa attesa le preoccupazioni futili rischiano di soffocarla. Bisogna imparare a "covare" questo tesoro. Sarebbe esorbitante esigere la comprensione immediata di ciò che si è conosciuto durante il breve momento strappato alle preoccupazioni giornaliere. Però una sorda prescienza di qualche verità sarà il primo risultato. Accoglietela con riconoscenza perchè il dubbio e l'ingratitudine arrestano i progressi. Attendete pazientemente che le conoscenze confuse diventino delle evidenze: non cercate di precisare con delle conclusioni cerebrali affrettate ciò che presentite perchè ostacolereste lo sviluppo dell'intuizione...Bisogna esercitare l'orecchio interiore ad ascoltare con neutralità e una docile impersonalità le correzioni apportate dalla Conoscenza del Cuore. Gli ostacoli a questa conoscenza intuitiva sono: la fretta del risultato, l'immaginazione cerebrale ed emotiva, l'intrusione di pensieri nella consentrazione meditativa, l'ingratitudine ed il dubbio e la ripugnanza a riconoscere i propri errori." Poi abbiamo praticato il rilassamento meditativo al fine di allineare la nostra personalità con gli stadi più profondi di noi stessi.
Ciao e grazie, Lia.

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