Monday, September 28, 2009

IL PIEDE, IL CERVELLO E L'EQUILIBRIO






Questo è il mio primo post in Italiano. Ho deciso di cambiare lingua sopra tutto perchè 99% dei miei allievi sono italiani. Loro fanno lo sforzo di venire da me e fare delle cose persino incredibili (e meravigliosi) al tappettino, allora mi sembra giusto che faccio lo sforzo di scrivere in una lingua che non è il mio. Verramente è stato un suggerimento da mio marito; ha detto che almeno così farò anche ridere. No comment. Perciò vi chiedo scusa in anticipo per tutti i miei sbagli e vi chiedo di avere pazienza!


La nostra sistema di equilibrio ci da il senso di orientamento nello spazio che ci circonda. Questo grazie a tre canali semicirolare che si trovano al interno degli orecchio che ci permettono di capire quando siamo in piedi, come la forza di gravità influenza la nostra postura rilevando il movimento in un spazio tre- dimenzionale.

Ogni canale (uno che gestisce il movimento in un piano orizonale, uno vertical e l'altro quando stiamo muovendo indietro o davvanti) contieni dei piccoli pelli che restono dentro un fluido, quando la testa va inavanti anche questo fluido si scivola in avanti “disturbando” i pelli che poi mandono un segnale al cervello che abbiamo aumentato la velocità in una direzione. C'è un “nodo” di neuroni nel cervello che raccoglie questo l'informazione mandato, e trasmette un “command” ai muscoli del corpo di re-agiustarsi seconda la necessità. E' un piccolo gioello di “enginneering biologico”. Funziona molto bene. Di solito. Ma di solito le cose che praticaiamo tanto, diventono più facili (yoga) ,le cose che trascuraimo (la lingua inglese in tanti casi di miei allievi) diventono più difficile - e l'equilibrio non è un eccezione. Neurologicamente il detto “use it or loose it” è spaventosamente vero.


Nel libro “How the brain changes itself” si parla di un caso di una donna che ha perso 98% del suo senso di equilibrio. Quando camina si deve aggrapparsi ai muri, quando vede un oggetto in movimento sembra guardare un film fatto correndo con un videocamera, e tutto si salta su è giu davvanti gli occhi, la sensazione che sente in continuazione è quello di cadere perenneamente; persino quando sì è sdraiata per terra.


Lei ha perso il suo senso di equilibrio grazie ad un antibiotic (gentamicin) dato post-operazione la quale può avere come “side effect” “l'avvelanamento” dell'interno del orrecchio. Il dottore la guardato è senza tanti pelli sulla lingua ha annunciato che la sua situazione era “permenente”.



Il cervello è incredibilmente plastico - cioè riesce a cambiare la sua struttura e funzioni tramite il pensiero e l'attività. Questo fatto ancora oggi viene accolto dal pubblico con dubbio – non è sorprendente visto che persino quelli dal campo neurologico hanno rifiutato l'idea della “neuro-plasticità” fino la fine degli anni '60 (alcunni reviste di neurologia rifiutavono di pubblicare articoli con “neuro-plasticità” nel titolo – era considerato quasi una bestemia). Però ormai scientificamente non può essere più rifiutato; possiamo influenzare fisicologicamente il nostro cervello.


Cheryl, la donna che stava cadendo pereneamente, nonstante il prognosi dal dottore ha, dopo anni, ristabilito il suo equilibrio in modo permenente con l'ultizzo di un dispositivo geniale che ha dato l'avvio a lo svillupo di un "neural pathway" nel cervello che sembrava ormai persa, e così adesso riesce restare in equilibrio da sola senza la necessità del dispositivo che l'ha “rimesso” in piede. Pian piano quel pathway è stato ricostruito, tramite training(provando la plasticità del cervello). Adesso è tornata una donna normale. Se lei che ha perso al 98% del suo equilibrio può ritrovarlo – da molto speranza a quelli di noi che ci sentiamo un pochino instabile nella posizione del albero o quando si scende dal letto nel buoio.




Come possiamo, noi di un instabilità “normale” migliorare la situazione – cioè non perdere il nostro “skill” per stare bilanciati?


E' ovvio che non possiamo intervenire direttamente ai canali semi-circolare dentro i nostri orrechi, ma possiamo invece perfezionare e aumentare il tempi di reazione tra il messaggio mandato dal cervello ai muscoli e vica versa. Possiamo aumentare o risensibilizzare il corpo in modo che possiamo aggiustarsi/re-equilibraci più velocemente. La sensibilità del piede e un nano-secondo di reazione in meno, può salvarci da un piccolo “stumble” ad una caduta grave. Che c'è di male di una caduta ogni tanto? Bhè....pensa agli anziani.


Seconda dei studi svolti ricentamente in America, gli anziani temono più la possibilità di cadere che essere scippati. E hanno ragione. Il cadere, spesso ai sopra 65 anni, causa gravi problemi; dai ossa rotti e perfino la morte. In un articolo recente di New York Times hanno parlato di questo fatto dando poi consigli per evitare trovarsi con il naso al tappetto. I consigli erano tipo: dormite su un letto basso, evitare avere tappetti in giro, non applicare la cera al parque (ma io non l'ho mai fatto adesso alla tenerà età di trenta-qualcosa anni, figarati ad 80!). MA hanno dimenticato un punto fondamentale; il svillupare (o non perdere) il senso del equilibrio.




Purtroppo nella nostra società e mondo di cemento, abbiamo dovuto per forza di cose indossare le scarpe. La scarpa è un grande ammortizzatore di sensibilità. E' uno strato di qualcosa di estremamente solido e spesso inflessibile tra il piede alla terra, che blocca l'entrata di informazione kinestetico al piede. In più quelli con il tacco non solo sono inflessibili, ma spesso anche strumenti di tortura (ma dovè c'è scritta che il piede deve essere a punta?! - Ammetto che i miei piedi somigliono più ad una bistecca fiorentina che una barca snella bonsia; forse sono solo gelosa perchè non riesco proprio camminare in un paio di “stilettoes” super-sexy – sigh. ) faccendo danni fisici oltre il resto. Anyway.....così il nostro piede diventa sempre meno sensibile, e ancora grazie alla scarpa anche meno mobile. Un piedi insensibilizzato e poco mobile (sopra tutto con l'età) non ha molto chance di reagire come si deve – sopra tutto in caso di possibile cadute.

Dobbiamo re-educare i nostri piedi! Toglietevi le scarpe! Quando siete nella campagna in un giardino in un parco, AL MARE - togliete le scarpe! Peremette il piede di godere la sensazione di erba che sfiora, dei sassolini che pungono, la sabbia che accarezza....Il mare è la palestra perfetta per i piedi; caminando dentro l'acqua potete re-sensibilizzare il piede ad un superficio non piatto – grazie al dislivello del fondo. Poi camminando (con l'acqua più o meno alla vità) ci sono le onde che fanno un equilibrio-training perfetto mentre ti spingono e tirano da quà e da là (anche se cadete al peggio riempite i narici di acqua salata ma ferite solo il vostro orgoglio). Avete la morbidezza o la durezza della sabbia asciutta e bagnata, avete i sassi che fanno un massaggio meraviglosa ai piedi, la sensazione del acqua – dai un break ai tuoi piedi e portali al mare se potete. I miei hanno goduto in pieno il mare in sardegna quest'anno.




E ovvimante c'è lo yoga – forse l'unico momento dove dediciamo una finestra di tempo esclusivamente al equilibrio. Pensa di quando avete iniziato yoga e quanto tempo riuscivate a rimanere (o non) sul un solo piede, dopo solo un mesetto o due vedete già dei cambiamenti incredbili. Questo perchè stiamo sensibilizzando tutto, persino i neural pathways dedicate alla comunicazione tra cervello-corpo diventono più profondi e più facile da utlizzare e allora a svillupare. A qualsiasi età possiamo migliorare l'equilibrio ma meglio se commincitate subito. In yoga diciamo che l'equilibrio fisico rispecchia quello mentale (per questo che quando sto pensando e aggitandomi del fatto che devo affrontare la commercialista il mio “albero” balla pericolosamente). Però essatamente come ogni movimento ogni postura corretta e benefica del corpo ha un influenza positiva alla mente; se riesco a rimanere nel albero nonostante il pensiero del commercialista, potrei poi anche affrontarlo con serenità. Provate!