Tuesday, December 18, 2012

UNA YOGI MUM A MILANO




Ho avuto un litigio molto forte con mia figlia piccola. Stava urlando, sbattendo le porte e comportandosi in modo diciamo "molto poco zen". So che quando i piccoli perdano il controllo è importante essere presenti e "contenerli" per farli sentire "safe" e accolti. 
Lei si è seduta sul letto e mi diceva di andarmene via. Una volta. Poi due e poi tante altre. Sempre più forte. Io ho spiegato che non avevo intenzione di lasciarla mentre era così in difficoltà e che sarei rimasta ad aspettare insieme a lei finché si fosse calmata. Sorpresa! Questo è andato solo a peggiorare la situazione, aumentare le sue urlate e i miei livelli di adrenalina. Ad un certo punto dopo circa un secolo mi sono sdraiata sul altro letto e ho girato le spalle verso di lei e poi, fuori da nulla comminciano a versare le lacrime - ma questa volta le mie. Maledizione. 
Mi sono detta: 
"ma cos'è meglio in questi casi? Che vado via lasciandola da sola in un momento di crisi/bisogno, o che lei veda che io, il suo punto di riferimento, perdo il controllo facendola sentire in colpa o insicura?" 
Ho deciso di tirami su e di andarmene dicendo "OK, vado e torno fra poco"
Esco dalla stanza e parlo al telefono con la persona che ha la colpa in tutto questo. Il papà (bhè se non fosse stato per lui). Metto giù, respiro, mi calmo e poi torno e le chiedo se vuole uscire dalla stanza. Miracolo! Dice di sì e in pochi minuti sta giocando come se non fosse successo nulla (sigh - mentre io avevo bisogno di un panino con valium Super Size).

Raccontando questo episodio a una mia amica, lei dice 
"bhè era una situazione di "pronto soccorso"- mi sembra giusto che sia andata così - Prima dovevi usare TU la maschera di ossigeno, e poi passarla alla bimba." Wow! Questo mi sembra giustissimo e "post trauma" anche ovvio. Come posso pretendere di aiutare lei se io stesso sto malissimo?! Prima devo badare a me stesso.
Mi sembra un ottimo consiglio e non solo per me con mia figlia. 
Ps. Lo so- come mamma mi faccio troppo menate mentali. Dovè la mente yoghica quando serve?! bhè certo con i propri figli è una "pratica" continua.


Tuesday, November 13, 2012

DUE STRUMENTI PER TROVARE LA PRESENZA MENTALE


Quando arriviamo a un punto di "comodità" nello yoga (come nella vita)  subito la mente si mette a viaggiare verso il passato "avrei dovuto" o verso il futuro "chi sa se magari dopo...." - così siamo sempre spinti verso uno o l'altro di questi due poli - la mente "liberata"  (annoiata) dalla comodità e abitudine viaggia in avanti o indietro nel tempo. 
È grazie al cambiamento che il tempo presente viene incorporato nel momento realmente vissuto. La mente è "costretta" ad osservare ORA perchè non sa, non ha la sicurezza dell'abitudine per fare altro che rimanere vigile. Come un animale in un terreno ignoto, mica dorme.  È molto consapevole di quello che succede attorno a sé.

Esattamente come con il dolore. Nella meditazione zen il dolore è utilizzato come strumento per riportarci al momento presente. Mi ricordo benissimo (purtroppo), in un ritiro zen cui ho partecipato in Toscana, la bastonata che ho ricevuto improvvisamene sulle spalle dal maestro e le lacrime che mi sono uscite dagli occhi improvvisamente a getto. È vero: improvvisamente non ho pensato più a quello che avrei mangiato per la cena, e non ho pensato più all'incontro romantico che era andato storto qualche settimana fa. Però...però. Dopo questo esperienza, che ha cambiato la mia idea di cosa è "zen" (nel modo romantico in cui lo concepivo io),  non sono mai più tornata, non solo per la paura del dolore, ma anche perchè posso arrivare alla disciplina e alla presenza in modi meno "harsh". Con lo yoga ad esempio.

Parlando del "dolore" : nello yoga con le asana c'è una linea molto sottile tra il dolore "sano" e il dolore "spinto". Il primo ci porta (con la pazienza, il tempo e il respiro), a degli asana di una certà qualità e, soprattutto, ad una mente presente. Il secondo può portare a farsi male (infatti è più probabile che si possa far male un principiante di un esperto, perchè il primo non è ancora in grado - per mancanza di esperienza nell'ascolto di sé - di distinguere i due tipi di "dolore"). Quando troviamo il dolore "giusto", allora possiamo utilizzarlo come strumento per portarci al famoso "qui e ora". 

Nella pratica si parla spesso del " vivere realmente nel momento presente" - ma cosa vuole dire esattamente? E chi se ne frega?! Stiamo  benissimo con i nostri pensieri rivolti in avanti e indietro, non vediamo l'utilità! Ok - se io dico che mangiando una pastiglia blu possiamo vivere nel mondo di sogni, cioè in uno stato di sonno profondo dove viviamo mentalmente delle immagini che non corrispondono alla vita reale - prenderemo quella pastiglia? Mi piace pensare che avendo la scelta preferiamo non inghiottirla  perchè meglio una vita vissuta che una vita sognata, no? Peccato che la mente sta sempre da tutte le parti meno che qua e che noi stiamo vivendo già, appunto, in un modo di sogni. Cioè stiamo vivendo immagini, film e discorsi dentro la nostra testa, degli scenari ipotetici che hanno poco che fare con il momento presente/reale. Stiamo così mangiando la pillola blu. 

Oltre il  dolore un modo per mangiare se vogliamo, la pastiglia rossa e tuffarci nella vita reale così com'è con tutti i suoi sù e giù, è dare il benvenuto  al cambiamento. Parlando in un'ottica yoghica possiamo sperimentare sia cambiamenti grossolani (ad esempio nelle asane e sequenze che pratichiamo) sia cambiamenti più sottili, anatomici, biochimici muscolari, respiratori del corpo. Sarebbe utile accettare e praticare  le asana che ci piacciono di meno per evitare l'abitudine di fare sempre quello che ci piace e che sappiamo. Questo è anche il bello della lezione di gruppo (rispetto a quella individulale): non abbiamo molta scelta e a volte questa è una cosa buona. 
Credo che questo valga anche per la vita, fuori dal tappetino. Abbiamo paura dei cambiamenti ma cresciamo e viviamo realmente grazie a questi, ci annoiamo con l'abitudine ma la cerchiamo costantamente. Forse bisogna provare a sporgerci un po' fuori dalla nostra "comfort zone", abbracciare il "nuovo"  per provare un'altra qualità di vita. Fa paura ma fa bene.

Wednesday, September 19, 2012

5 Tips PER UN RIENTRO AL LAVORO SENZA ESAURIMENTO NERVOSO




1.Basiamo le nostre decisione e "tasks to do" non secondo quello che è importante ma secondo quello che è ESSENZIALE (vale anche quando a casa :-)

2. Decidiamo (magari anche la se
ra prima) cose sono le due cose che dobbiamo fare ASSOLUTAMENTE e lo facciamo PER PRIMO il giorno dopo.

3. Aggruppare le nostre tasks (evitando multi-tasking e interruzioni continui) . Dedichiamo un tot di tempo SOLO per rispondere ai email, un tot di tempo SOLO a fare chiamate, e poi anche lo stesso per le cose più piacevoli (leggere FB, blogs, etc)

4. Ridurre. Se controlliamo l'email 25 volte al dì, decidiamo di farlo solo alle 10.00, prima di pranzo e poi alle 16.00 - secondo quello che vi permette il vostro lavoro. Sembra impossbile al inizio ma poi si abitua! Controllando l'email mille volte al giorno NON CI RENDE PIU' PRODUTTIVI (che è quello che vuole il capo, no?)

5. BREATHE! In riunione, davanti il capo, alla macchina del cafè, nel parcheggio, in metro, BREATHE!!!!!

Wednesday, September 5, 2012

IL "RI-ENTRO IN CITTÁ" MEDITAZIONE CHALLENGE! IN 7 PASSI FATTIBILI




A chi vuole partecipare con me...
Il ritorno in città dopo le vacanze (con i ritimi pazzeschi ri-introdotti così bruttalmente) è spesso "harsh", cioè pesantissimo. Se siete come me, subite sia fisicamente che psicologicamente. Per questo mi sembra un ottimo momento per iniziare (o ri-iniziare nel mio caso) la meditazione.

Non ci riporta alla sabbia come seta né la vista di Monte Rosa con mojito in mano (grazie Mario)  ma... non importa. Non mi piace dare l'idea che la meditazione sia una cura miracolosa alla melanconia o qualsiasi altro dolore emotivo che potremo subire, posso dire solo che ho notato quando lo facevo io in passato che gestivo meglio lo stress, riuscivo a  rallentare e anche semplificare la vita (una bella cosa). Mentalmente mi sentivo più sharp, il livello della concentrazione era più alta. Si trovano diversi studi che "provano" questo, incluso cambiamenti fisici, dicono che aiuta con la pressione, respirazione e metabolismo per nominare solo tre. Oh and, bonus, it's supposed to "de-frizz" ones brainwaves ...personalmente basterebbe che mi aiutasse a smettere di sognare la Val Sesia e a concentrarmi per più di 5 secondi di fila. Però non pretendiamo nulla.
Vi darò una guida seconda come lo faccio io (iniziato ieri)
Il challange consiste di arrivare a meditare tutti i giorni, DUE VOLTE al giorno fino ad 15 minuti ciascuna volta. Per 21 giorni.

1. Sediamo in modo COMODO. Sederci in modo eroico stile buddha in persona  è "unnecessary". Lascia stare. Non è una questione di posizione, ma di PRATICA (mentale, non fisica). Personalmente, anche se forse potrei stare nella posizione del loto a fare la meditazione, scelgo una tecnica più alla Lebowski. Cioè in poltrona con le gambe incrociate comodamente e con la schiena appoggiato contro un cuscino o due  ( sì- addirittura;-). Niente birra.

2. Cominciamo con piccoli passi. I primi giorni solo 7 minuti appena svegli e 7 minuti alla sera (ma prima di cenare!). Ogni giorno aggiungiamo un minuto (o ogni paio di giorni seconda quanto è "scimmiesco " il nostro stato mentale al momento che iniziamo questo challenge). Finché arriviamo alla "holy grail" di 15 minuti - mattina e sera. Sempre allo stessa ora se si può.

3. Scegliamo un mantra o parola da dirci (NON a voce alta) solo con ogni espirazione (respirazione sempre con il naso). Io dico "rom" (che fa rima con "from" in inglese) ma potreste sceglie un semplice "om" o un altro che mi piace è "ha" ( che fa rima con "sta" - in italiano). Se preferite, dite "calma" o "pace". Sperimentate con quello che funziona per voi. Basta che la "parola" o sillaba è molto lunga. Proviamo a sentire la vibrazione causata al livello fisico, sembra impossibile visto che è un suono NON emesso. Invece è possibile.

4. Tenete gli occhi sempre chiusi.

5. Lasciamo andare i pensieri. Non vuole dire "svuotate la mente"!!!!  Vuole dire FACCIAMO ENTRARE i pensieri e poi lasciamoli andare con delicatezza ma determinazione. Un pò come se avessimo un ospite poco gradito in casa. Senza grettezza (?) o tante scene, senza iniziare un dialogo, lo facciamo vedere la porta.

6. Ma come si fa?!  A me aiuta tanto il così detto "labeling" cioè... comincio a sentire un neonato piangere? Dico mentalmente una parola per "etichettarlo", dico "bambino" e il pensiero va più facilmente. Un cane che abbaia? Invece del solito dialogo interno: "ecco quel stramaledetto cane che si abbaia a tutti gli ore del giorno..." Dico mentalmente la parola "cane", e lascio andare. Comincio a pensare ad un appuntamento, al lavoro o qualcosa di più divertente, dico appena mi accorgo, la parola "pensiero". Tutto lì. A me aiuta tanto.

7. Mettiamo la sveglia per il tempo pre-stabalito. FONDAMENTALE! Almeno per me. Così evitiamo di aggiungere alla cascata di pensieri anche quello che dice "ma saranno passati 3 minuti o no, per la miseria?!" che viene seguito subito da un occhiata veloce al orologio e la morte della meditazione. Da evitare assolutamente.

In bocca al lupo!
Non riuscite assolutamente in questo challenge? Nessun problema, se riusciamo a fare yoga questo in se (e al suo meglio) è già meditazione, ma in movimento che è già qualcosa no?
Pubblicherò nei giorni seguenti altri "meditazioni tips" solo sul FB.

UNA "YOGI" MUM AL MARE - DIARIO  day 17 circa


Cè un tipo di persona con la quale faccio un pò fatica. Forse é perché provoca in me un senso di inferiorità e fallimento. In vacanza sono facile da identificare, sopra tutto in albergo. Sono quelle che arrivano con le valigie (a volte) tutti color coordinate, arrivano  dopo un viaggio  di mezza giornata con il smalto come appena applicata, cappelli raccolti elegantemente, trucco perfetto. È questo e per parlare solo delle bambine. Le madre controllano che la bimba o i bimbi  quando si va giù a mangiare la cena hanno un abito diverso per ogni sera, stirato a tal punto che le pieghe potrebbero essere utilizzate per tagliare il burro. Indossano vistiti di moda, e il braccialetto del momento  attorno il polso. La mamma è super in forma, senza un cappello fuori posto. Sempre. Persino in spiaggia. Sopra tutto in spiaggia. 
La cosa che mi stupisce è che io sogno di diventare così.  É una specie di Missione ("Impossibile" per me). Non solo che ci provo ma  soffro perché non riesco proprio ad arrivarci a questo livello di perfezionismo. Ma mi chiedo "perché" ? Perchè insisto quando le persone così mi incutano quasi paura?  Quelli che guardo invece con un reale senso di invidia sana, sono quelli che se ne fregano completamente. Le mamme che portano la roba di spiaggia in un sacchetto di Decatlon, i bambini che non solo arrivano per la cena nei stessi vesititi sporchi dalla spiaggia, me sono loro stessi ancora sporchi della spiaggia. Mamme struccate,  "al sale",  felici.  Sento che sono in qualche modo più.....libere. Sotto sotto voglio essere COSI'. Mi chiedo solo di avere la saggezza di resistere alla tentazione della Madre Perfetta, che so è una ricetta di frustrazione e (per me personalmente) tristezza - e se non lo è così per me, di sicuro lo è per le  mie due figlie (sono un pò selvaggi al cuore) . Cè qualche altra mamma lì fuori che sente questa cosa come me? 
Adesso ho qualche idea come arrivare alla Mamma deliziosamente imperfetta senza sensi di colpa. Spero di condividerlo con voi prossimamente.


Tuesday, August 28, 2012

UNA "YOGI"MUM AL MARE. DIARIO. Day 9 circa

Friday, August 17, 2012

UNA "YOGI"MUM AL MARE. DIARIO. Day 7 circa


Sei al mare. E' Lugio (o ormai, Agosto)  ed è sabato, i sdrai sono vicini e i vicini di sdrai sono tanti. Ti cammini tra la folla, scottando i piedi con un bicchiere enorme di coca-cola e ghiaccio in una mano e il portafoglio nel altro. Finalmente arrivi al tuo ombrellone e vai per sederti. Tra il nano-secondo che il tuo peso arriva alla sua destinazione di strice giallo e bian
co e il nano-secondo che il liquido zuccheroso avrebbe dovuto arrivare alle labbra, cè un sbilanciamento inspiegabile (e ingiusto) e mezzo contenuto del bicchiere si rovescia bagnando i tuoi bermuda, macchiando il t-shirt e ferendo il tuo orgoglio. Ti senti un idiota. Guardi in giro e la folla ti guarda.

Cosa speri da quelli che ti guardano? Un
" bhè, succede dai! Ecco un fazzoletto" o "vuoi darmi il bicchiere mentre ti asciughi?" o qualcosa di questo genere.
Quello che non aspetti è
"ma sei deficiente?! Ma cavoli....non non sei capace di tenere in mano un bicchiere?!"

No non aspetti questo tipo di risposta. Perché non lo meriti. Allora come mai che appena un bambino fa lo stesso, si rovesce qualcosa o casca un oggetto tra le mani, senti questa risposta da quelli che li sta vicino, dai genitori?(e anche io sono, e mi dispiace a dirlo, sono stata colpevole  come madre di risposte simili) Ci sarebbe da ricordare che  come per noi adulti ci vergogniamo quando facciamo qualcosa di goffo, anche i bambini sentono lo stesso. Succede a tutti noi, e in quel momento abbiamo e hanno bisogno di un segno di supporto, non di essere sgridate.
Perciò un appello per i bimbi che fanno cadere ( e il bimbo che ha fatto cadere) il gelato nella sabbia- pazienza succede (o può) a tutti noi.

Friday, August 10, 2012

UNA "YOGI" MUM AL MARE - DIARIO giorno 4

Ieri ho visto una scena bellissima, una mamma al bar al'ora della colazione con attorno i suoi 5 figli. Sì cinque. Quattro maschi tra 13 e 4 anni e una bimba di due anni circa. La cosa bella era la madre, assolutamente serena attorno la folla e le richieste varie ( mamma posso avere una crepe a nutella/un gelato/un cafè?" "questi no mi dispiace non puoi")
 stava lì contenta.
Guardando la scena ho visto il piccolo di 4 anni che giocavo con la bimba, e i tre maschi (enormi, tutti uguali con solo il colore degli occhi diverso tra di loro) che chiacchieravano con la mamma. Sembravano proprio un team. Ad un certo punto il più grande è andato a pagare, un altro ha preso il passeggino e il terzo ha tirato su la piccolina. E lì ho capito il segreto di una vita serena: il lasciare andare il controllo.

Tuesday, August 7, 2012

UNA "YOGI" MUM AL MARE - Diario Day Two

Ieri con il mio entusiasmo di cominciare bene le vacanze, come Dio comanda- non con aperitivi tutte le sera ma con la volontà di fare un po' di esercizio fisico tutti i giorni ( oltre lo yoga, ovviamente!) ho fatto gonfiare uno di quelli palle enorme che si trovino nelle palestre. Le mie bimbe erano molto più entusiaste di me devo dire, e si sono lanciati sopra come se si trovassero in uno di quei parchi con i giochi gonfiabili, solo gratuitamente. E già subito cominciano i litigi:

Ma adesso è tocca A ME!
No, tu l'hai avuto per molto più tempo!
Io: bimbe fate a turno
Ma lei è stata sopra per una vita!!!!
Ma non è vero!!!!!
Et. Et.

Ad un certo punto ho avuto un'idea grandiosa. Non di buttare la palla fuori dal balcone, e neanche le bimbe, ma di fateli utilizzare il timer- quella cosa che si usa per capire quando è pronto la pasta, in modo che potevano usare la palla per lo stesso esatto numero di minuti ciascuna. Geniale!
La Grande sale sopra svogliata, senza lo stessa gioia di prima - sembrava una foca ferita sopra una roccia, mente La Piccola guardava altrove con uno sguardo tra noia e "disappointment". È suonato il timer e hanno cambiato gioco.

E lì ho capito che il "efficiency" (quasi svizzero in questo caso - cavoli ero fiero di me!), è la morte del gioco e che l'assenza del gioco vuole dire smettere di essere bambini. Nel insistere in "fairness" (uguaglianza?) sono riuscita a sradicare qualsiasi elemento di divertimento dal gioco. Il gioco non era la palla in sè ma includeva il discutere, il litigare. E come ho imparato dal libro "litigare per crescere" (grazie lorella!) se non possano essere lasciati a litigare togliamo la possibilità di sviluppare la capacità di risolvere problemi.

E forse questo vale anche per noi adulti.

Saturday, August 4, 2012

YOGA HABIT VACANZIERE PART TWO



Prima abbiamo parlato di un metodo per stabilire un abitudine yoghico giornagliero (http://lpyoga.blogspot.it/2012/08/10-mosse-per-un-yoga-habit-vacanziere-e.html) - magari iniziando ADESSO (domani?!).
Ora vi darò qualche idea per  cosa fare durante qui 15 minuti al giorno. Unico regola (come ho già scritto) non decidete alle 6.00 di mattino - pre-pianificate un programma da seguire.

Vi dico quello che faccio io, solo per darvi un idea (vedete le foto qui sotto).
Ho notato che quando smetto di insegnare nei periodi delle vacanze (perciò il tempo sul tappettino diminuisce drasticamente) la prima cose che diventano meno flessibili sono le vertebre cervicali, poi noto che le torsioni sono meno ampie/aperte, e sembra che in poco tempo i quadricipiti anteriori pian piano si accorciano. 

Così un giorno faccio una torsione che lavora sui cervicali, seguito dalla candela e l'aratro, e il giorno dopo faccio un back-bend inavvanti (paschimatanasana) , e 2 torsioni che lavorano più sulle gambe  (per voi consiglio vivamente UN unico piano per i  prima 26 giorni). Faccio questo piano perchè è un misto di qualcosa che MI PIACE, e di cui HO BISOGNO. 
A me piace inizare sempre con cane che si stira (adhomukha svanasana) in dinamico - fa miracoli per la schiena e...it feels SO good. 

Perciò, magari iniziate con cane che si stira,  poi potete scegliere uno dei seguenti:
1. Il saluto al sole
2. Se siete allievi a Lotus Pocus - la sequence che facciamo al inizio come riscaldamento.
3. Un mio "spinal spiral sequence" Ho fatto un piccolo video clip di questo quà (mi dispiace è l'unico che ho sul Youtube per adesso!)  http://www.youtube.com/watch?v=8fdX4XhS_ZE
4. I 5 Tibetani (se non avete fatto questo con un insegnante e siete principianti magari scegliete qualcosa altro).http://lpyoga.blogspot.it/search?q=Five+tibetan
5. Se preferite qualcosa di meno dinamico, un piegamento in indietro, uno in avvanti  e una torsione,  tutto seduto (vale lo stesso!).
6. Un equilibrio tipo l'albero, un equilibrio con torsione, una posizione di apertura tipo il pesce (matsayasana).
Le possibilità sono infinite! Trovate il giusto per voi. 
Finite con un bel savasana.

DAY ONE
cane che si stira in dinamico (appoggia le ginocchia e poi tirati in su,  circa 8 volte)
A.

B.

Torsione (con il mento che sale verso la spalla e poi scende diverse terra, circa 5 volte)
A.
 Poi lascia che entrambi spalle casano giù per terra (tenedo le due ginocchia appoggiate a terra)
B.
 Candela
 Aratro

 DAY TWO
Piegamento in avvanti
A.
 B. 
Con torsione portando il gomito per terra oltre il ginocchio apposto.

Finisco con torsione così, provando di tenere il busto indietro, aperto.

Poi savasana!

Friday, August 3, 2012

UNA "YOGI" MUM AL MARE. DIARIO day one


Wednesday, August 1, 2012

10 MOSSE PER UN "YOGA HABIT" VACANZIERE (e magari oltre)


PART ONE




1.Decidiamo di cominciare  (aggiungere al nostro routine) SOLO  questo! Solo lo yoga. Tutto il resto (cominciare il nuoto, allenarci per una maratona etc) DOPO,  quando l'abitudine dello yoga è ormai  stabilito. Se vogliamo stabile sul serio un nuovo routine/abitudine bisogna farlo UNO ALLA VOLTA.

2.Decidiamo cosa sarà il nostro "trigger" cioè un azione che svolgiamo tutti le volte appena prima che tiriamo fuori il tappetino yoga. Per me é lavarsi i denti. Ma potrebbe essere bere un cafè, scrivendo un "x" sul calendario indicando il giorno di  oggi, una doccia. Preferibilmente non una colazione inglese.

3.Lo facciamo  per MINIMO 26 giorni. Se un giorno salta grazie  ad una serata sociale un po' turbolente o qualche grappino in troppo - ok, nessun problema. Ma mai saltiamo DUE  giorni di seguito. 

4.Cominciamo in PICCOLE DOSE! Molto molto importante questo! Se pensate di poter fare  un ora al giorno, dimezzate a 30 minuti. Se pensate di fare mezz'ora al giorno dimezzate a 15 minuti. Se pensate di  fare 6 asana decidete di fare solo 3 durante questi si spera primi 26 giorni. Io vi consiglio,i 15 minuti al dì.

5.Facciamo SEMPRE allo stessa ora ( più o meno). Consiglio vivamente di farlo appena svegli ( anche se questo vuole dire svegliarsi prima). Così non c'è ancora  la lucidità mentale per dire a noi stessi " ma invece di fare yoga potrei controllare Facebook, o uscire per un cappuccio" ci alziamo, facciamo  subito la nostra azione "trigger" e tiriamo fuori sta tappetino. Punto.

6.Quando iniziamo abbiamo un sacco di motivazione. Siamo lì già in savasana e diciamo "già finito? però! ..... quasi quasi faccio anche un saluto al sole". NO! Non dobbiamo essere tentati. Questo non è un esercizio nel ascoltare quello che ha bisogno o vuole il proprio corpo ( lo faremmo questo dopo) adesso in questi primi 26 giorni il nostro unico scopo è quello di  stabilire un ABITUDINE  yoga. Se iniziamo con poco tempo o con poche asana, il successo direi quasi garantito.

7.Decidete prima una programma/piano yoga da seguire, mai decidiamo al momento in questi primi 26 giorni. Potrebbe essere che scegliamo  solamente il riscaldamento che facciamo noi prima della lezione a Lotus Pocus, o una sequenza tipo salute al sole, potete scegliere quello che vi piace di più ( un equilibrio, torsione e back-bend) o quello di cui senti più il bisogno. personalmente il mio è un misto di questi due. 

8.Dopo la pratica fatevi un piccolo "reward". Potrebbe essere il cappuccino della situazione, una colazione fuori, un mezz'ora leggendo un libro o guardando internet (non email!). Magari adesso addirittura bacon e eggs. Qualcosa di piacevole.

9.Se un giorno saltiamo NON ci auto- condanniamo! Domani torniamo al nostro piano.

10.Comunichiamo il nostro  intenzione di stabilire un abitudine yoghico giornaliero con quelli che potrebbero fare il tifo per noi: il  partner, amante, amici, vicini di casa, colleghi di lavoro..... E tenergli updated con il nostro progresso. Se riusciamo  a fare un report ( email, a voce, come preferite)  agli amici etc ogni giorno ( o ogni paio di giorni)  che  un 15 minuti dedicato alla pratica è stato concluso,  è molto probabile che la pratica diventi un abitudine sul serio.


ps. ho deciso che da adesso in poi il mio blog sarà in ITALIANO, condividerò i post da Facebook anche qui in modo che quelli fuori dal pianetta FB non perdano nulla. Ho avuto una richiesta di mettere la "rubrica/diario" UNA "YOGI" MUM AL MARE " che pubblico già sul FB, anche quì. Sarà fatto!  per quelli che li avete già letti, ignorateli pure. 

Thursday, May 3, 2012

RECENLY READ




For those of you who'd rather avoid Facebook, I thought I'd pubblish my "RECENTLY READ" additions here on my blog too, as I wouldn't want you guys to get left out. So here are two books for you to consider. 
( If you'd like to follow this and other yogic content and photos  on my Facebook page search under "Lotus Pocus" and you'll find me! - but in the meantime.....)

"YOGA - WISDOM AND PRACTICE" by B.K.S Iyengar
or in Italian under the title: "YOGA - PENSIERO E PRATICA"
Today Elena and Nadia asked me to suggest a good yoga book to help them do a bit of practice at home. This one by possibly the worlds greatest ever yoga guru B.K.S Iyengar, is his latest and probably his most user friendly. It's great for all levels as it has a bit of everything - from his philosophy behind yoga to the asana, the later which are presented by a frighteningly perfect model with legs one would die for that just seem to fit into the right place with a precision of alignment that seems to smack of something Swiss. But don't let that put you off (the perfection I mean - I love Swiss people! Lots of my friends are Swiss! :-) The photos are actually great and give a good ideas of how to render a super challenging positions possible to the most trunk-like of us. However the book isn't that technical when it comes to positions and doesn't have as many as a home-yogi practitioner may like. You could always try "Light on Yoga" by the same guru but it's so heavy going it may put you off forever - I certainly wouldn't suggest it to a beginner. Of all his books I'd start with this one. I'm glad to have this book amongst my collection. 
I'd give it **** (out of 5)

"TEACH US TO SIT STILL" by Tim Parks
I'm constantly attracted to books about keeping still, slowing down, meditating (and being a buddhist sympathizer : Buddhism) I guess this is indicative of what I need (my husband thinks it's just indicative of having married someone extremely boring, and puts it on a par with train spotting.)You know..... like when you're feeling a bit pale and peaky and your body tells you that what you really need right now is a big fat juicy STEAK (oops! Maybe that's why I can't become a Buddhist!!!....actually the fact you have to be a vegan to be one is an urban myth - so I can't really use that as an excuse. I'm just too ....BUSY to be a Buddhist ;-)
So when my student Mara mentioned this book and title I thought "this is for me!".

Let me be clear. It is NOT a bundle of laughs. It's not sexy. It is not high adventure, and it's not even a hard sell for meditation (so if you are an experienced meditator looking for written "pat on the back" confirmation for cushion sitting as it's a "fabulous thing to do", this is not the book for you), although it does get the point across.

It is extremely DRY. Excuse the pun. It is BLUNT. An unflinchingly honest portrayal of a man (Tim Parks) brought to his knees by his own body and its inexplicable pain. Thought to be caused by prostrate gland problems the doctors, almost to his horror, told him his prostrate was actually perfectly functioning. Doctors could suggest no reason for his intense discomfort, his peeing problems nor a solution other than tranquilizers and pain killers.
And so Tim begins this (true) tale of his journey to reconcile his mind with his body. In desperation he starts to turn towards.....well, among other things, sitting still.
Although not a laugh a minute there is a quiet humor here (Tim Parks lives in Italy so I, as an ex-pat in Milan, loved his accounts of the people and the place). I found the whole book very compelling, and difficult to put down.
If you are suffering from some kind of inexplicable pain, concerned about the effects of stress and pace of life on your body, and/or are interested in flirting with meditation (or even if you are not) I highly suggest this book. 
I'd give it ***** (out of five) But then again I am quirky and I admit "train spotterish"  in my reading material. Be warned. 

Monday, March 5, 2012

WHY MEN SHOULD DO YOGA


Gabriele our Vinyasa teacher at Lotus Pocus


  • If you are sporty whatever sport you partake in,  you will get better at it! Yoga makes you strong, flexible and focuses your mind. At the end of the day in competitive sports what gives an athlete the  cutting edge over his rival is not so much physical superiority but a mental or psychological one. Just ask a marathon runner or tennis player (read Andrè Agassi's autobiography "Open" if you don't believe me) . Being serene and focused will get you further than a pumped up bicep. 


  • Yoga tends to work on  your weaknesses - so if you're strong you get more flexible and if you are flexible you get stronger.


  • Yoga is not about lazy housewives going "OM". It's HARD. It's PHYSICAL. It's challenging. At least it is in my classes (and even more so in Silvia's and Gabriele's) . 


  • Going to yoga classes is a great way to meet interesting, emotionally intelligent people. I can safely say that in all the years I have taught yoga  I can't remember anyone whom I really haven't liked. This may be due to memory loss or bad judgement but I think neither of the two as I can't say the same for the people I've met over the years at the gym (generally speaking!!! gym goers forgive me! I'm one of you too!). People who do yoga are interested in staying healthy (not just "pumped up"), physically and mentally, who understand that your  body is not just a form of transport for your head. There's a link between the two.


  • Yoga is not about about drifting off in a haze to incense and indiany music. It is about working  physically  to reap the rewards of INNER CALM .So if you feel stressed, try it, it works. 


  • Guys are supposed to be all muscly, brave, strong, calm, collected, confident, cool, unflappable. This is, to use a slang British term, PANTS. A man who strives constantly to be the above comes acrss as being....well.... emotionally barren (a shame as women like guys who can show their emotions)  and is  generally repressed. Everyone has feelings. If you are constantly trying to hide emotions and feelings  as they bubble up you are going to get STRESSED OUT. Pretending to be something you are not is stressful. I had a student who appeared at my center who seemed a kind  of Mr. Universe in all senses - tough, rough, bulky, seemingly unfazed by any upset or trauma, yet who in his sleep would grind his teeth together until he was chomping at his protein bars with his gums. Let the barriers down and get onto that sticky mat!  According to Dr. Haim G. Ginott if you constantly stop a child from moving freely (don't run! Don't go so fast! Sit still! etc. etc.) that child will become aggressive. You must not repress a child's need to move. The same can be said for emotions. If you bottle them up, one way or another they will bubble to the surface, perhaps through aggressive behavior, being moody, feeling the need to be isolated from others, suffering insomnia - these are just some indications of something being stifled. Yoga allows you to look IN  to discover what it is you are feeling. And this is the beginning of a healthy relationship with yourself. Knowledge is power especially when it comes to our bodies, minds and emotions. If you have lots of emotions hiding under the surface yoga gives you a healthy physical and mental way to release them.


  • Most people who do yoga politically hang to the left. I said MOST! Not all ;-) Ok  - that is supposed to be funny,  but is has been the case in my experience as a teacher. However I want to make it clear that Berlusconians ARE WELCOME to my center ! I think we learn more from those who think differently from us that those who don't - be OPEN. And I am to everyone. And luckily we don't tend to have political discussions between one asana and the next. So relax. We won't know if you don't tell. 


  • Yoga gives you a REAL break as supposed to zoning out through something evasive: new car, watching footie with your mates, Call of Duty, Internet, internet "For Other Things", gambling, dangerous sports etc. etc.  All these things in small doses ok,  why not? But they take you AWAY,  leaving you feeling empty. Yoga allows you to go inward and leaves you feeling relaxed, serene and full. It also leaves an echo of these things once you have come out of the class, so effects you (and therefore the people  around you) during the day. I don't know if you can say the same for "Call Of Duty". I hope not. 


  • If you are worried about  being the only guy in the class  - don't be. A) no one is looking - and B) they are a compassionate bunch. You will be welcomed or if you prefer, ignored. It is up to you. Whatever the case,  you will be very much respected! I promise.


  • Ok I have used generalized to a horrible extent in this post - forgive me! The subject topic being "MEN" lead me to sin in this way. Don't take me too seriously! But if you are a guy, come along and give yoga a try. Most centers offer a first class free of charge, make the most of it and look around before choosing. Yoga is VAST, and can change drastically according to type and  instructor - experiment and find both that are appropriate and right for you. 

Most of this post applies to the women too  :-)

Tuesday, February 14, 2012

HEART TO HEART (Part One: Friendship and Introverts)




Ok I am socially inept. My socializing skills could be compared to that of a limp lettuce leaf. I admit it - which is why I have to work at it so hard. I still don't get it right. Remember the film "Dirty Dancing"? When the girl (awkward, plain and impressed) walks into the dance hall carrying a rather large fruit in her arms? She sees  Patrick Swazey for the first time - sweaty, and in theory gorgeous (although not my cup of tea personally) who  points in her direction and unamused  growls  "What's SHE doing here?" she stammers "I .....bought the watermelon!" Cringe. Yup  - that's me. I so know how she felt. 

Often in the yoga class one hears about "anahata chakra" the chakra of the heart. I try not to ramble on too much about it as I think all this talk about chakras just gives us one more thing to get attached to. One more thing to "resolve" ("emotional energy block" - tick! Got one of those!),  one more thing to get done on our "to do" list ("be more open with others" or in some cases, "less"). I think most of us have  emotional baggage  and problems. One of the hardest things to get through in life is that barrier between  ourselves and another. Starting conversations with people can be excruciating, and silences even worse. Getting to know someone or rather having someone else getting to know us, is a mine-field. We're often so careful about the message we are trying to get the other to perceive and so flooded with internal dialogue that the other person gets faded out of the equation.  The barrier is not only high but it's also think, dense. It takes more than the time to down a Bloody Mary to begin to kindle and reap the rewards of friendship.  But when one does make it across to the other side it is usually incredibly rewarding. 

Stop reading for a moment to think about the best times of your life. A couple of seconds to contemplate moments of when you felt joyful at ease, happy. You may notice that the most rewarding, fulfilling moments involved other people-  your friends (and depending on your luck - your family). If friends equate with happiness then they are a very valuable commodity.  The good news is there's no shortage of people out there! They are EVERYWHERE! Our problem is not an unrealistic  demand for rare goods, but often a unacknowledged demand for a market that is wonderfully flooded. We don't want to believe we need people, and even if we do we often don't have the courage to bridge the gap between "you and I". Pretty ironic really.  There is a shortage of GUTS not of people/potential friends. 

If you ask a prisoner who has been tortured what the worst form of torture is they say: solitary confinement. That is indicative. Being social is intrinsic to our being, our nature (whatever that is). You can be starved broken, and dangerously dehydrated, but nothing will make you suffer as much as being isolated. Which means the opposite is also true: nothing will make you feel as good as being with people/friends. 

How the hell do you make friends? You need to be brave. If I have to talk chakra, it's about opening our heart, risking it, being open to vulnerability.  It's about ASKING QUESTIONS. Never let a silence lose you (the opportunity of making) a friend. Bridge the silence gap (Gently. you don't want to come across as being a complete nutter.)

Here are 10 tips, truths and pointers I've had to learn to make "opening towards others" a little easier (I always say in my yoga class that anahata chakra is my favorite - that's just because it's one I need to work on the most).

1. Everyone has something to give you (and I'm not talking about anything tangible - unless it's the guy at the greengrocers'). 

2.It can be the most unlikely person that gives and relates the most.

3.What you think about people before you know them, is usually wrong. 

4.Throwing a question into silence with someone you don't know is always worthwhile. Try it. Have any of you had the experience of making a really good friend due to an off chance comment made on the spur of the moment? It can happen. It's up to you to make it happen. 

5.Being shy sucks ( I know I am shy) and it's also egocentric (worrying about yourself more than the other).If you are shy try with your posture to open out, to lengthen your spine. It may make you feel more confident and will give the message that you are up for talking. Try to think  of this talking business as a curious experiment in personal development (rather than an exercise in pain endurance).

6.He or she is just as fragile/scared/worried about making a good impression as you are.

7. PAUSE. This is not the script nor timing of the dialogue from the film "Mission Impossible". Unlike in Hollywood movies most people need to think before they talk (and most people come across as more intelligent when they do). You want to be spontaneous, witty, funny, smart? Then give your brain the time to be able to do that. Talking through difficulty is like holding a challenging  yoga position. It's advisable to pause before deciding "I can't do this!". Breathe. Relax and Wait and  it'll come. Don't just throw in any old words in a desperate attempt not to look stupid. Because guess what....? Watermelon.

8.Listen.
If this is a skill that you have already managed to grasp, try this:

9.Listen with your EYES. I'm not kidding. Stop wondering what you are going to say and look rather than listen. You don't NEED to concentrate on listening! The words will passively enter - they will be absorbed ANYWAY. Look at/into the other person's eyes, you will understand/connect  more and the other person will know that he or she has your attention. There's no greater gift you can give than this: your attention.

8.Unlike "Mission Impossible" usually a conversation does not have to fight against the clock. Especially when you're out for a few drinks. Don't worry. There will be enough time to have a turn at talking too - honest! Trust me on this.

9.I haven't quite figured out how to do this (I'm SO bad at small talk)but, everyone has something that makes them TICK. A passion. Try to find out what it is, rather than what job they do. Don't ask me how as I'm still working on it. 

10. Dhanurasana (as wonderful as it is)  will not make you friends and influence people.Unless you do it at a dinner party. But I don't advise it myself. Try talking instead. 

Homework: try saying something to someone you would have previously kept quiet with. Just to see! 

Ps. I may well have written something similar in other posts - I've tried to skim read them to check but I got bored ;-)  So forgive me my repetition just in case!