Saturday, March 1, 2014

Le Otto Membra di Patanjali PART ONE



Alcuni cominciano il sentiero delle otto membra/componenti dello yoga di Patanjali e fanno subito un po' confusione. Scambiano la promessa "smetteremo di soffrire" con "passeremo una vita senza dolore". Di passarla liscia insomma... Mi piacerebbe dire Sì!!! E vai! Piacere e godimento al meglio, minimo serenità. Fatto. Ma non è proprio così. I bambini piangono, il gatto vomita, i nonni invecchiano e prendiamo ancora la multa per avere parcheggiato nella zona del mercato al sabato mattina, con o senza Patajali. Non si scampa. Alla fine seguendo gli "8 limbed path" - non cambia nulla. Se non la nostra percezione. Questa è la chiave. Quando cambia la nostra percezione, sentiamo il dolore senza subire la sofferenza, anzi senza aggiungere la sofferenza. Ma il dolore rimane. Come direbbe la mia amica romana: "ciccia".

Una mia allieva mi ha detto: "Come mai tu trovi facili le posizioni e io, noi no?" La risposta è "Non è vero. Non le trovo facili". Solo, pratico il restare nell'asana con quello che è, senza aggiungere avversione ("dvesha" in sanskrito). E respiro. Con calma.

Di solito quando facciamo qualcosa di difficile non solo ci aggiungiamo avversione ma anche una forte dosa di critica, autocondannandoci più o meno in questo modo: "Ma sono proprio una schiappa! Ma è possibile che dopo tutto questo tempo sono ancora così?! Che deficiente". Più o meno... 

Viviamo l'aggiungere avversione come un automatismo, come qualcosa che fa parte della nostra natura/carattere. Ma se non fosse così? In realtà è una scelta che ripetiamo infinite volte. Se è una scelta possiamo scegliere anche di NON aggiungere nulla (non ho detto che possiamo scegliere di essere felici - non è un fare un sforzo per aggiungendo sorisi a volontà per essere qualcosa che non siamo, piùtosto è un togliere. Eliminare. È molto diverso il concetto). Proviamo. É semplice ma non facile. Essendo una pratica - come suonare uno strumento o imparare una lingua, bisogna escercitarsi. Il mio suggerimento è di farlo prima sul tappetino con le asana, e poi vedere se possiamo praticare questa "yama" (esempio: di non fare violenza a noi stessi) fuori dalla sala yoghica. Magari proviamo nei momenti più "leggeri" - quando vediamo che la bimba non si è ancora allacciata le scarpe, quando non troviamo il nostro brand di caffè preferito al supermercato, quando ci hanno portato la pizza senza i peperoni quando glielo abbiamo chiesto specificatamente almeno tre volte no?! (questa pratica, quando perdiamo le chiavi della macchina o il cellulare, lasciamola quando saremo un po' più avanzati). Nel asana o in una situazione difficile... STOP! E chiediamoci: "Posso vivere questa situazione senza avversione? Semplicemente per quello che è?".

Io (perché sono testa dura e non mi viene facile questa pratica) mi ricordo dopo le prime due domande di aggiungere: "tanto è così. Non c'è nulla di personale."
Esattamente come in un asana yoghica, possiamo praticare il sentire lo sconforto fisico senza aggiungerci "dvesha".

Le otto membra (alcune delle quale parlerò nelle prossime settimane) sono:
Yama - disciplina esterna, pratica etica,
Niyama - disciplina interiore
Asana-postura/meditazione
Pranayama - controllo del respiro,
Pratyahara - ritrazione dei sensi
Dharana - Concentrazione
Dhyana - assorbimento meditativo
Samadhi - unione

Nota - Ammetto che non sono arrivata in fondo al sentiero, non metto in pratica tutte le 8 membra. Mi dispiace. Ma posso commentare fino dove son arrivata io. Come dice il Principio di Pareto "il 20% dello sforzo ci porta l'80 % dei risultati" (in tutti campi della nostra vita, dall'economia all'amore) credo che mettendo in pratica anche solo il 20% delle 8 membra ci aiuterà a vivere non come dice Stephen Cope "una vita straordinaria" (90-100%) - ma semplicemente "molto meglio di adesso" appagante, pieno, con meno paura e un senso dell'umorismo. Vale la pena provarci no?

Questo articolo è stato pubblicato la prima volta al sito people.globalist.it 
Grazie ad Antonio Cipriani per la foto e Valentina Montisci per il resto!

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