Wednesday, May 20, 2009

MEDITAZIONE 11 -A cura di Lia Camporesi

Piuttosto di riassumere quello che vi ho detto io nell'ultimo incontro penso che sia più utile alle vostre riflessioni ripetere quello che hanno detto i Maestri che vi ho citato ed esattamente Sri Atmananda interpellato da John Campbell:"dove ti trovi quando sei tra due pensieri? Poichè pensiemo continuamente ed abbiamo un'immagine di noi stessi, dove siamo tra un pensiero e l'altro? Vi capita mai di intravvedere al di là del vostro pensiero ciò che trascende qualunque cosa possiate pensare voi? Ebbene, quello è il campo della sorgente da cui provengono tutte le vostre energie." Ed inoltre "Quando meditate, meditate sulla vostra qualità divina. Il fine della vita è fare da veicolo a qualcosa di superiore. Tenete lo sguardo fisso lassù, tra la coppia degli opposti, guardando il "gioco" nel mondo. Lasciate che il mondo sia ciò che è ed imparate a dondolare al ritmo delle onde. Infrangere gli ideali della società è il sentiero del mistico." E le parole di Gesù: "Non preoccupatevi troppo delle cose materiali perchè la vita è più importante del cibo ed il corpo è più sacro del vestito che porti! I fiori del campo sono vestiti meglio di re Salomone nella ricchezza della sua reggia! Ecc." Ed il nostro amico Thich Nhat Hanh dice: "Apranhita significa assenza di scopo, assenza di desiderio, assenza d'intenzione. L'idea è che non ti prefiggi qualcosa da rincorrere perchè tutto è già qui, in te. Praticando la meditazione camminata, per esempio, non intendiamo arrivare in alcun posto: compiamo solo passi pacifici e lieti. Lo stesso vale per la meditazione seduta: sediamo per gioire della seduta, non per diventare Buddha. Ogni momento della seduta ci riconduce alla vita, per cui bisogna godere la seduta, per tutta la durata. Anche mangiare un mandarino o bere il te può essere così. " E Padre Schnoller osserva che "Spesso mentre siamo in cammino vwerso le frontiere del silenzio siamo visitati dal dubbio, dall'incertezza, da un diffuso senso di scetticismo ed incredulità e ci chiediamo: a che serve? Qual è l'effettivo vantaggio che ne deriva da tutto ciò per la mia vita, la crescita interiore, la mia preghiera? Oppure assistiamo inermi ad un'improvvisa frotta di pensieri, ragionamenti, proiezioni, fantasie. Altre volte un dispiacere un'avversion, un'esperienza molto negativa sono causa di tensione ed irrequietezza...o ci troviamo anche coinvolti in paure, ansietà, apprensioni che non riusciamo a controllare e superare...e poi per moltissimi di noi la principale fonte di distrasione è costituita dalla molteplicità degli impegni e degli incontri quotidiani. Come far fronte a queste molteplici fonti di "rumore"? La nostra risposta è sempre quella: solo con la pratica perseverante, regolare, corretta....Alcuni suggerimenti: il priimop atteggiamento è quello di diventare consapevoli delle difficoltà. Il secondo passo è di accogliere con serenità questa indicazione. Lao Tse diceva: "il silenzio è la grande rivelazione" e la prima rivelazione è proprio le difficoltà che incontriamo e prenderne consapevolezza. Accostiamoci con gentilezza, senza stizzirci con noi stessi. Il terzo c'impegna a rinnovare la nostra fede nel silenzio come fonte di rivelazione. E' bello sentirne parlare ma qual è di fatto lòa nostra fede nel silenzio come maestro di vita? A chi ricorriamo quando abbiamo dei problemi? Dove cerchiamo consiglio e soluzioni? La fede nel silenzio si acquista soltanto attraverso l'esperienza. E' frequentando il silenzio che si impara a conoscerlo. Che cos'è il silenzio? Come riconoscerlo? Non è possibile dare una risposta univoca, la risposta ce la daremo man mano che ne faremo esperienza ascoltando noi stessi e familiarizzando con il silenzio. E' molto più significativo che trovare risposte teoricjhe. Anthony De Mello racconta: "Un discepolo si lamen tava con il suo Maestro: "Ci racconti delle storie, ma non ci sveli mai il loro significato" il Maestro rispose: "Che ne diresti se qualcuno ti offrisse un frutto e lo masticasse prima di dartelo?"  Abbiamo praticato poi col metodo della meditazione stabilizzante e cioè per sviluppare la capacità di concentrarsi su un unico soggetto: il respiro, oppure un mantra, oppure un'immmagine visualizzata, senza cambiarlo mai durante tutta la meditazione.  Ciao, Lia.

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