skip to main |
skip to sidebar
FIGLIE E DHARMA
“Rugby”.
Ecco la risposta che ho ottenuto alla tipica domanda di inizio anno scolastico: “Quindi quale attività extra scolastica ti piacerebbe fare quest’anno?”.
Niente di male nel rugby in sé. È solo che la mia figlia maggiore, dodici anni, è una di quelle creature minute come elfi, con piedini alla giapponese (misura 34!) e tratti belli e delicati (questi ultimi mi piacerebbe che restassero tali). È alta più o meno come la sua sorellina, che ha tre anni in meno. La mia Grande è piccola.
L’altra figlia, sentendo la conversazione, si unisce con un “e io voglio fare disegno”. Quest’idea potrebbe sembrare decisamente più sensata del rugby. Ma bisogna tenere in considerazione che quando si prova a chiedere alla mia Piccola di fare qualcosa in ambito creativo, artistico o di immaginazione, lei resta pietrificata – come un cervo colpito, nel buio, dagli abbaglianti di un’automobile.
“Disegna un albero!” viene accolto con orrore e leggero tremore. È un tipo emotivo – chiedile “Come stai?” e così, su due piedi, ti presenterà una dettagliata tesi sui suoi sentimenti. Solo non chiederle di disegnare o inventare qualcosa.
Ok, a ciascuno il suo Dharma – Non vorrei mai rovinare una promettente carriera nei giochi di squadra o che altro. D’altra parte…
Il motivo per cui la mia Grande voleva il rugby è perché è “diverso” (e quindi cool) e la ragione per cui la Piccola ha scelto il disegno è perché lo fa sua sorella (e quindi è anche questo cool), ignorando che la sua richiesta di passare il tempo libero dipingendo è motivata dal desiderio di vivere il Dharma di un’altra persona: sua sorella. Un’ottima ricetta per il disastro.
Nessuna delle due riconosce (e rispetta) la sua natura (detto con parole buddiste sarebbe: MOHA – che significa illusione o “ignoranza” non intesa come stupidità ma come una sorta di ottusità, di cecità che ci impedisce di seguire la nostra strada).
Tutto questo mi ha ricordato la mia devastante dose di Moha – quando, dopo la scuola superiore, ho deciso di studiare Business e Finanza. Perché? Per uscire dalla povertà improvvisa che tempo prima aveva colpito mia madre. Volevo andare lontano e volevo diventare ricca. Mi stavo auto ingannando. Non stavo affrontando la realtà e tanto meno la mia stessa natura.
Stephen Cope, in un’affascinante intervista su The Yoga Hour, dà dei suggerimenti molto interessanti su come trovare, e seguire, il proprio Dharma. Come “yogi” questo è il nostro compito principale nella vita (non gli si dà tanta importanza di questi tempi – trovare e vivere la propria vocazione è ritenuto inusuale e non necessario, un po’ eccentrico e auto indulgente: una strada certa verso l’indigenza), ma se vogliamo vivere la vita al massimo del suo potenziale, se vogliamo che la nostra vita sia profondamente soddisfacente e felice, dobbiamo iniziare a scavare in profondità alla ricerca di questo tesoro. Come yogi, seguire il Dharma dovrebbe essere piuttosto in alto nella nostra lista di priorità.
Stephen Cope dice tre cose che mi hanno aperto gli occhi sul Dharma:
1.Spesso abbiamo un’idea esagerata di che cosa sia il nostro Dharma (il che lo fa sembrare totalmente irraggiungibile) – dice: “non dobbiamo lasciare il nostro lavoro di assicuratori per andare a dipingere a Parigi”. Probabilmente la nostra strada è molto meno scintillante.
Ancora meglio:
2.È molto probabile che il nostro Dharma sia già da qualche parte nelle nostre vite, è VICINO. Si tratta solo di identificarlo e dirigere lì le nostre energie per permettergli di crescere.
3.L’universo ha modi misteriosi di orientarci verso il nostro Dharma – alcune porte iniziano ad aprirsi quando ci rivolgiamo nella giusta direzione, mentre potremmo trovare delle porte chiuse quando… stiamo per iniziare un corso di rugby.
Compiti yogici:
Se siete come me, probabilmente non siete così bravi nel giudicare i vostri doni o talenti; chiedete a qualcuno con cui avete una particolare sintonia emotiva di fare il lavoro per voi: moglie/ marito/ miglior amico/ vicino/ padre/ insegnante ecc. Qualcuno che stimate e che vi conosce bene. Quali sono i vostri doni e talenti secondo lui? E ora meravigliatevi e riflettete.
Nel farlo state compiendo il primo importante passo verso (il trovare) il vostro Dharma.
Grazie alla mia traduttrice Chiara Frassi: appassionata di storie e scrittura, scopre lo yoga con Tess Privett nel 2010 e inizia il percorso come insegnante con Maurizio Morelli nel 2014. Insegna anche a Lotus Pocus e offre lezioni private.Crede che lo yoga sia una magia naturale, che migliora la vita delle persone con semplicità: nelle sue lezioni cerca di trasmettere questa magia raccontandola con la pratica, il respiro e la condivisione di esperienze.Per lezioni: cfrassi@gmail.com
1 comment:
Grazie ! non ci conosciamo di persona, ma queste tue frasi mi sono state di aiuto in questo momento ! Specie i "compiti yogici" mi hanno riallineato i pensieri nella loro 'semplice' concretezza ...
:)
Un saluto a Valerio !
Adriano.
Post a Comment