Sunday, March 8, 2009


MEDITAZIONE 3 - a cura di Lia Camporesi

Nel nostro terzo incontro abbiamo parlato ancora di consapevolezza: cioè essere interamente presenti a ciò che mi sta raccontando un fiore, un animale, una persona, un'azione, lasciando cadere tutto ciò che in quel momento non è presente, come pregiudizi, concetti o preconcetti, preoccupazioni, senza nulla evocare, nulla resapingere (antipatie) e nulla trattenere, col solo intento di ascoltare e capire, in un gesto di amorevole accettazione ed ascolto. Non di passività nè di indifferenza, ma semplicemente mantenendo il giusto distacco e la pace interiore, in amicizia con la realtà. De Mello in una delle sue poesie dice:
"Se tu guardi un albero e vedi solo un albero,
non hai visto un albero.
Se guardi un albero e vedi un miracolo,
allora vedi veramente un albero.
Il tuo cuore non si è mai riempito di stupore
ascoltando il canto di un uccello?"
La prima fase dell'esperienza meditativa è quella del raccoglimento, lasciando da parte preoccupazioni, timori, ansie e tutte quelle voci interne che continuamente devono essere calmate e pacificate prima che la meditazione possa sopraggiungere. La seconda fase è la meditazione sopra l'oggetto-sostegno della nostra attenzione: una parte del corpo, una frase, una parola, un mantra, il respiro, che ci fa percepire il valore su cui si medita  e ce lo fa quasi vivere in noi. Poi ci sarà la contemplazione, lo stadio più elevato della meditazione quando si arriverà alla fusione del meditante con l'oggetto della meditazione, diventando un tutt'uno: non sono più io che respiro ma sono "respirato". Osho, nel suo "Libro arancione" dice: "Siedi in silenzio e comincia ad osservare il tuo respiro. Il punto di osservazione più semplice è all'entrata nel naso. Quando il respiro entra, avvertine il contatto all'inizio del condotto nasale: osservalo da quel punto. Il contatto sarà più facile da osservare. All'inizio limitati ad osservare il contatto. Il respiro entra in te, lascia che il tuo essere sia uno specchio del respiro che entra. Il respiro esce: lascia che il tuo essere sia uno specchio del respiro che esce e sentirai  discendere in te un silenzio straordinario. Seguire il respiro che entra e che esce è il mantra più profondo che sia mai stato inventato. Tu respiri qui ed ora. Non puoi respirare nel domani e non puoi respirare nel passato. Devi respirare in questo momento, anche se nel frattempo sei in grado di pensare al domani e riesci a pensare al passato. La mente deve essere portata al presente perchè non esiste altro tempo."
L'attenzione è normale che vada e venga: non bisogna biasimarsi perchè non si è costantemente attenti. Non bisogna aver fretta: non è un esercizio di abilità. Un po' alla volta, con l'esercizio costante e paziente riusciremo ad essere più costanti nell'attenzione e non importa quante volte abbiamo dovuto ritornare al sostegno della nostra attenzione. L'importante è essersi accorti che ci si stava allontanando e ci si riconduce "a casa".
Ricordiamoci che noi siamo dentro il mondo, dentro l'universo. Non ci sono io e il mondo, io sono dentro il mondo. La visione non dualistica è importante perchè nel mondo c'è bene e male insieme ed anche dentro di me c'è bene e male insieme. Ricorda: il polo piositivo non è migliore di quello negativo perchè il magnete per funzionare ha bisogno di tutti e due. La vera pace è il riconoscimento di polarità opposte che sono funzionali all'unità originaria.
In questo incontro abbiamo praticato prendendo come oggetto-sostegno della nostra attenzione il respiro ed il mantra VI-TA VIE-NI, RU-AH A-MEN. Ricordando che la parola ebraica RUAH significa spirito, forza creatrice, forza vitale e l'altra parola ebraica (che è identica in latino ed in arabo) AMEN (che poi in oriente è l'OM che ha anche altri significati esoterici). Il respiro è vita.
Se avete domande od osservazioni potete promele sioa qui che nel nostro prossimo incontro. Ciao. Lia.
 
 

No comments: