Quando cominciamo a meditare ci accorgiamo in prima persona quanto sia difficile controllare la mente. Allora iniziamo con un semplicissimo oggetto di attenzione come il respiro e ci alleniamo a tornare ripetutamente al respiro ogni volta che ci distraiamo. Questa prima esplorazione dell'abitudine a distrarsi porta a comprendere l'importanza di rendere stabile l'attenzione poichè i mondi che noi creiamo dentro di noi hanno tutti origine nella nostra mente. La presenza mentale è la qualità della mente che osserva ciò che è senza giudicare, senza interferire: conoscere le cose così come sono. C'è un saggio tibetano che dice: "L'attenzione è la radice del Dharma. L'attenzione è il corpo della pratica. L'attenzione è la fortezza della mente. L'attenzione è l'aiuto alla saggezza dell'innato risveglio. La mancanza di attenzione consentirà alle forze negative di sopraffarvi. Senza attenzione vi farete trascinare dalla pigrizia. La mancanza di attenzione è artefice di azioni malvagie. Senza presenza mentale nulla può essere realizzato. Senza attenzione sarete fantasmi insensibili, cadaveri ambulanti".
Le conoscenze scientifiche anche se si ampliano sempre più saranno sempre limitate, perchè l'uomo ha una mente limitata. Solo l'amore è illimitato nell'uomo perchè riesce ad andare oltre la morte. L'amore è più grande dell'intelligenza e della limitatezza della mente umana e l'uomo, appunto nella sua limitatezza, non sa capire il perchè. Seneca ci ha parlato della felicità come misura nelle passioni, equlibrio nel riconoscere i valori della vita e libertà dal denaro, non nel moralistico orrore del benessere, quanto l'uso oculato e liberale delle ricchezze. Anch'egli dice che non dobbiamo lasciare nulla al caso ed alla negligenza, ma agire con consapevolezza senza dissipare però la vita regalandola a chi ce la vuole sottrarre ma vivendola con attenzione a quello che si fa, anche godendocela, ma senza sprecarla in chiacchiere oziose, passatempi frivoli o attività vorticose e ossessive.
In questo incontro abbiamo praticato la meditazione camminata in gruppo, sincronizzando il movimento delle gambe al respiro. Tenendo l'attenzione sulla pianta del piede (introversione) e attenzione al passo di chi ci precedeva (estroversione) ed osservando le nostre reazioni interne alla proposta (noia, soddisfazione, disappunto, senso del ridicolo, tendenza al perfezionismo, irritazione, disapprovazione, ecc.) Esercizio di conoscenza di sè e contemporaneamente di autocontrollo che ci hanno resi coscienti della nostra tendneza a reagire compulsivamente alle sollecitazioni del mondo esterno.
Vostre domande o considerazioni?...Lia
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